
Quando una lingua diventa incapace di esprimere concetti senza appoggiarsi a un’altra retrocede a dialetto.
Uno dei nostri amici e lettori ha indicato un altro esempio di dialettizzazione dell’italiano.
Di questi tempi va di moda un concetto nato in Giappone, 森林浴, «Shinrin Yoku«.
In Italia ha fatto irruzione con il termine inglese, «Forest Bathing», riportato in maniera bulimica dai media nazionali.
Guardate come una delle supercazzole più frequenti degli anglomaniaci, quella secondo cui la valanga di [pseudo]anglismi sia dovuta alle creazioni o invenzioni del mondo angloparlante (cioè addio traduzioni), si rivela – appunto – una supercazzola.
Perché non esiste alcuna altra spiegazione, a parte #vogliadiesserecolonia, anglo-onanismo, e la conseguente retrocessione dell’italiano a dialetto (un vernacolo che tra qualche decennio servirà solo per chiedere alla nonna se il sugo è pronto), per giustificare l’importazione di un concetto giapponese, in Italia, in lingua inglese.
Ma ecco che si ode l’altra supercazzola, quella del così-fan-tutti, è-la-globalizzazione. Eppure «Forest Bathing» in Francia viene reso con Sylvothérapie, in Spagna con baño de bosque, in Portogallo con banho de floresta, in Germania Waldbaden.
In Italia no. La lingua italiana si sta indebolendo a tal punto che qualsiasi concetto nuovo o importato, persino da una lingua terza, non riesce ad essere assorbito, di riflesso viene reso solo e soltanto nella «Lingua Superiore», l’inglese.
Gli esempi più ovvi sono quelli della pandemia, dove concetti non assolutamente di origine anglosassone – e che infatti tutti i Paesi hanno espresso istintivamente nella loro lingua – in Italia sono stati resi in inglese, vero o farlocco: lockdown, green pass, droplet, hub, drive-in covid, covid manager, cluster, recovery fund e tanti altri.
Lo ripeteremo fino alla nausea: è stupefacente come questa rapida atrofizzazione dell’italiano, questa incapacità di creare e di aggiornarsi, questa dipendenza sempre più patologica dalla lingua [pseudo]inglese stia avvenendo tra il disinteresse più totale.